Windows XP, addio definitivo l'8 aprile 2014. E gli hacker preparano la festa
Il colosso informatico ha
annunciato che dalla prossima primavera il sistema operativo più longevo
e utilizzato della sua storia non sarà più supportato. Esponendo i Pc
su cui resterà installato a notevoli rischi per la sicurezza. Le
soluzioni per mantenere protetto il proprio computer.
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Windows Xp va in pensione. Microsoft, Apple, Linux: ecco i sistemi operativi alternativi
Le ragioni dell'addio. La scelta è ufficialmente legata alla policy di Microsoft sul ciclo di vita
del supporto, creata grazie ai suggerimenti degli utenti e inaugurata
nel 2002, secondo cui tutti i prodotti ricevono aggiornamenti puntuali
per minimo dieci anni, dopodiché non viene più assicurata la risoluzione
degli errori; proprio quello che sta accadendo per XP. Anche se
qualcuno maligna che l'abbandono del sistema operativo sia dettato da
una ragione commerciale: porre fine alla forte resistenza che la maggior
parte degli utenti ha nel passare ai nuovi sistemi operativi di casa
Microsoft e rilanciare le vendite degli applicativi. Perché, nonostante
ben tre differenti prodotti (Vista, 7 e 8) abbiano tentato di
raccogliere la pesante eredità di XP, il sistema più vecchio dei quattro
risulta ancora installato su un terzo dei computer del mondo. Secondo
le recenti statistiche, infatti, Windows XP è presente sul 30% delle
macchine, superato solo da Windows7 (al 47%) ma di gran lunga preferito
rispetto a Vista (che non supera quota 5%) e al recente Windows 8
(ancora fermo al 7%).
Nel frattempo, però, gli utenti di
internet sono cresciuti dai circa 360 milioni del 2001 ai 2 miliardi e
mezzo di oggi. Le connessioni veloci e wi-fi sono sempre più diffuse.
Sono nati i social network, i programmi di videochiamata e videochat. I
contenuti sono diventati molto complessi e impegnativi per computer e
piattaforme. Così, lo scenario tecnologico nel quale è partita
l'avventura di XP è attualmente paragonabile a due o tre ere geologiche
fa. Mentre lo stesso XP è sempre meno in grado di assecondare i continui
cambiamenti del settore e l'evoluzione teconolgica.
Pc sotto attacco. Ma dietro una scelta assolutamente legittima si aprono anche altri scenari.
Primo su tutti quello relativo alla sicurezza. Nell'ultimo anno, da
quando è arrivata l'ufficialità dell'abbandono di XP, esperti ed
analisti hanno tentato più volte di lanciare l'allarme, richiamando
l'attenzione sulle conseguenze (e soprattutto sui rischi) della fine del
supporto. Voci sinora passate piuttosto in sordina ma che, a conti
fatti, dovrebbero interessare qualche centinaia di milioni di utenti. Ma
quali sono questi rischi? Molto semplice. Il prossimo 8 aprile sarà
online l'ultimo pacchetto di aggiornamenti per la produttività e la
sicurezza destinati a Windows XP (e, contemporaneamente, a Office 2003).
Da quel giorno Microsoft non fornirà più alcuna patch di correzione né assistenza tecnica
e i computer che continueranno a connettersi in rete saranno ogni
giorno più esposti ad attacchi di virus, spyware e malware che potranno
così creare notevoli problemi di funzionamento del PC, se non proprio
rubare informazioni private. Anche se i veri problemi dovrebbero
arrivare solamente trenta giorni dopo, durante il 'patch-day' di maggio
(il primo che escluderà XP). Inoltre, gradualmente, pure i fornitori di
software, hardware e accessori smetteranno di supportare i loro prodotti
su XP non rilasciando più aggiornamenti e driver. Contribuendo a creare
condizioni di lavoro sempre meno sicure.
È stato Tim Rains in persona, direttore del gruppo Trustworthy Computing
di Microsoft, a rinnovare l'allerta: "Il mese successivo al ritiro di
Windows XP - si legge in una nota - criminali informatici di tutto il
mondo inizieranno ad effettuare il reverse engineering degli
aggiornamenti rilasciati per verificare se le vulnerabilità corrette
nei sistemi operativi più recenti siano invece presenti su Windows XP".
In pratica, i pirati informatici potranno sbizzarrirsi in un ambiente
vulnerabile e che tale rimarrà per sempre. A meno che si decida di non
connettersi mai in rete e di non collegare al pc periferiche di
archiviazione che potrebbero eventualmente contenere minacce
informatiche. Insomma una campana di vetro non proprio realisticamente
sostenibile.
Privati e aziende di fronte a un bivio.
Cosa fare? Oltre all'impraticabile soluzione di isolare il più
possibile i computer, evitando che si colleghino in rete (evitando anche
'intrusioni' wireless), una follia per un'epoca in cui si è
costantemente connessi, sarebbe quindi preferibile fare un upgrade,
optando per i sistemi operativi di ultima generazione, più performanti e
sicuri. È solo questione di budget. E se, ragionando per assurdo,
questo passaggio potrebbe essere un sacrificio sopportabile (ma non
cruciale) per utenti sporadici diventa invece necessario per aziende,
società e per quanti hanno nel computer lo strumento principale di
lavoro. Pensiamo a tutte quelle realtà lavorative sempre collegate in
rete. L'assenza di difese potrebbe presto portare alla sottrazione di
dati sensibili di clienti e dipendenti, alla distruzione di documenti
riservati, a gravi perdite economiche.
Per questo, negli Stati
Uniti le autorità federali hanno già messo sull'attenti gli istituti
bancari: in caso di furto delle informazioni dei correntisti (codici di
carte di credito, estremi del conto corrente, dati personali) a causa
del mancato aggiornamento del sistema operativo saranno chiamati a
risponderne penalmente. Nel nostro Paese sarà invece compito del Garante
della privacy tracciare delle linee guida in tempo per tamponare
l'emergenza.
Anche se, in alcuni casi, per le imprese diventa
quasi impossibile fare il grande passo visto che esistono software
gestionali, siti intranet e reti hardware aziendali che ancora
funzionano solo con l'accoppiata XP-Internet EXPlorer 6 (browser di
navigazione non supportato dai sistemi operativi più recenti). E
cambiare l'intero parco informatico diventa un impegno economico non da
poco. A tal proposito Microsoft ha recentemente lanciato un'offerta
dedicata alla piccole e medie imprese americane, in modo tale da
permettergli di aggiornare i loro sistemi e metterli in sicurezza senza
andare incontro a spese esorbitanti. Anche in Italia si potrebbe seguire
una strada del genere.
Gli altri sistemi operativi.
Ma, in condizioni 'normali', quali sono i passi da seguire per
aggiornare il proprio Pc e non farsi trovare impreparati
all'appuntamento dell'8 aprile? Se si volesse restare in ambiente
Microsoft, il miglior percorso di upgrade è sicuramente passare al suo
prodotto più nuovo: Windows 8.1 Pro,
che unisce alla caratteristiche di base già presenti in Windows 7
notevoli miglioramenti sulla sicurezza, sui tempi di avvio e risposta ai
comandi, garantendo anche piena compatibilità con i dispositivi touch e
con le applicazioni di ultima generazione. Si tratta di una piccola
spesa, soprattutto se paragonata con i costi di manutenzione periodica,
quasi obbligatori nel caso di un sistema in pericolo come XP. A quel
punto, però, sarà quasi obbligatorio l'acquisto di una macchina in grado
di reggere un os moderno e complesso. Una spesa che non tutti sono
intenzionati o possono affrontare. Una soluzione transitoria potrebbe
essere passare a Windows 7, ma sarà un'alternativa tampone visto che,
già nel 2020, anche questi sistemi operativi apparteranno al passato e
non saranno più aggiornati.
Una valida alternativa, soprattutto nel caso di computer più 'datati', potrebbe venire dall'open source. Peppermint, Lubuntu e EasyPeasy
sono tre ottime varianti del sistema operativo Linux, molto leggere e
particolarmente adatte per mantenere in vita persino i Pc più vecchi,
compresi netbook e mini-pc. Cui va naturalmente aggiunto il più classico
Ubuntu, in costante
aggiornamento e per questo forse più adatto a computer recenti. Per chi,
poi, volesse cambiare completamente aria c'è sempre la famiglia Apple ad attenderlo a braccia aperte.
Anche se torna pesantemente in ballo una questione di base: il cambio
totale di hardware, abbandonando i Pc compatibili con Windows e
procedendo all'acquisto di un computer della Mela. Nonostante anche sul
Mac si possa installare Windows e scegliere all'avvio del sistema quale
piattaforma usare.
Il lungo countdown è iniziato. Rimangono tre
mesi di tempo per fare la propria scelta. Dopodiché inizierà una nuova
era: quella del 'dopo XP'. dopo quella del post-pc.
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